Inizio questo articolo facendoti una domanda: qui sotto trovi un passo del regolamento di partecipazione ad una esposizione fotografica Londinese. Leggilo e cerca di indovinare l’anno in cui è stato scritto.
La mostra sarà dedicata alla vera fotografia, per illustrare degnamente i progressi ottenuti a livello tecnico e il ruolo che al momento quest’arte svolge. A questo fine, non sono ammesse fotografie ritoccate, ma solo quelle ottenute senza artifici o altri “trucchi”.
Secondo te in che hanno è stato scritto questo breve testo?
A fine articolo troverai la risposta… Ma non barare! Fatti una tua idea, leggi l’articolo e poi corri a leggere anche la risposta.
Indice
Dov’è scritto che la Fotografia debba raccontare la Realtà?

Il commento più ricorrente nei gruppi di fotografia è “Questa è grafica, non fotografia! La Fotografia deve ritrarre la realtà!“.
Questa affermazione ha al suo interno 3 premesse sbagliate:
- Che esista una realtà oggettiva;
- Che il fotografo sia tenuto a riportare questa realtà oggettiva in modo acritico;
- Che il fotografo abbia voglia di raccontare questa realtà.
PS: se guardando la foto dell’elefante nella roccia hai pensato a computer grafica sei in errore. Questa è una fotografia scattata (non da me, è una foto stock) in un parco divertimenti per bambini.
La Realtà NON esiste

Cosa ne pensi dell’immigrazione? Delle religioni? Della caduta delle Torri Gemelle? Degli alieni? Della carbonara con la panna? Dell’ananas sulla pizza?
Sono domande che non hanno una risposta universale. Non esiste una risposta oggettiva a queste domande e sopratutto non esiste una risposta giusta a queste domande.
Allo stesso modo chi pensa di poter riportare una realtà oggettiva in una fotografia è una persona che pecca di enorme presunzione.
Qualche giorno fa ho pubblicato un video su YouTube ed un articolo su questo blog in cui ti spiego perché per diventare un bravo fotografo devi diventare una persona migliore.
Lasciami essere brutale: se pensi di poter raccontare la realtà con le tue foto, hai ancora parecchia strada da fare… E puoi fare questa strada lasciando la macchina fotografica spenta.
La Fotografia è SEMPRE una bugia, anche senza Photoshop

Sei mai stata/o in Egitto? Hai avuto il privilegio di ammirare le Piramidi di Giza? Io ancora no.
Fin da quando sono piccolo sogno di vederle. Sono cresciuto con l’idea di dover attraversare il deserto per conquistare la loro vista.
Sono cresciuto guardando foto come quella qui in alto.
La realtà presente in questa fotografia è chiara, proviamo a schematizzarla:
- Siamo nel bel mezzo del deserto;
- L’atmosfera della foto mi fa pensare che la città più vicina sia… Lontanissima;
- Per raggiungere le piramidi ho bisogno sicuramente di un mezzo 4×4 (vedo nella sabbia le tracce del passaggio di veicoli) o di un cammello;
- Assolutamente non posso raggiungere le piramidi a piedi.
Posso ancora spingere oltre la mia immaginazione e avventurarmi nei messaggi più intrinsechi di questa fotografia:
- Avrò bisogno di portare con me dell’acqua in caso di necessità;
- Il silenzio sarà assordante;
- Sarà meglio vestirsi di bianco per evitare di scottarsi con il sole;
- E così via…
Siamo d’accordo, giusto? E’ innegabile che la foto racconti questo.
Torniamo con i piedi per terra per favore. Andiamo a vedere con Google Maps dove sono queste piramidi:

Cooooooooooosa?
A meno di 100 metri dalle piramidi c’è una metropoli? L’hotel più vicino è raggiungibile in 3 minuti a piedi?
Mi state prendendo in giro?!?!? Dov’è il deserto, il silenzio e la magia?
Siamo arrivati al punto.
Quando scattiamo una fotografia raccontiamo la nostra realtà. Non la Realtà oggettiva.
Io avrei scattato una fotografia alle piramidi pressoché uguale a quella che ho inserito ad inizio paragrafo, perché la mia idea di piramidi è semplice: deserto, cammelli, piramidi. Punto.
Non c’è bisogno di Photoshop per mentire, ci basta includere o meno alcuni elementi nella composizione e voilà! La nostra bugia è confezionata 🎁
Liberiamoci dalla Gabbia della Realtà

Preso atto del fatto che non esiste una fotografia in grado di rappresentare una realtà oggettiva, liberiamoci una volta per tutte dalle catene della realtà!
Se è vero, come è vero, che la fotografia è un’arte al pari della musica, della pittura, della scultura, della poesia allora smettiamola di volerla ingabbiare in assurde regole.
Quante risate ti faresti se qualcuno commentasse la poesia Soldati di Ungaretti dicendo: “ma che c’entrano le foglie coi soldati? Non è reale!”
“Si sta come
Soldati – Giuseppe Ungaretti
d’autunno
sugli alberi
le foglie”
Il nostro unico obiettivo è quello di trovare il mezzo più opportuno per raccontare LA NOSTRA realtà.
Se vuoi parlare di alieni nelle tue foto, aggiungi pure un dischetto volante in cielo con Photoshop (ovviamente non spacciare la tua foto come non-ritoccata, ma come lavoro artistico).
Se vuoi dimagrire la tua modella, fallo tranquillamente con Photoshop.
Se hai bisogno di alterare i colori di una foto per renderla più idonea a veicolare la tua realtà, fallo! E vanne orgoglioso!
Tagliamo una volta per tutte questo stupido cordone ombelicale che collega la realtà alla fotografia!
Photoshop è uno strumento, non un fine

La fotografia senza creatività, senza idee, senza fantasia è il nulla più totale.
La tecnologia avanza, le persone crescono, gli strumenti aumentano. Perché combattere contro i mulini a vento?
Abbracciamo il progresso, possiamo realizzare immagini straordinarie con i mezzi che abbiamo. Smettiamola di chiederci se siamo fotografi, grafici, pittori o altro.
Spogliamoci da ogni etichetta e abbracciamo l’idea che la realtà è soggettiva, che gli strumenti sono infiniti e che il limite non c’è.
Il mio Post-produttore preferito è morto nel 1875, a Londra

Questa fotografia, intitolata “The Two Ways of Life” è stata scattata nel 1857, da Oscar Gustave Rejlander.
Guardala bene, non è straordinaria?
Questa fotografia è una composizione di più di 30 diverse fotografie. P A Z Z E S C O.
La fotografia e la post-produzione sono praticamente nate insieme.
Già nel 1800 qualche fotografo illuminato di liberava del limite della realtà oggettiva per creare arte.
Risposta alla domanda di inizio articolo
L’anno in cui il testo riportato ad inizio articolo è stato scritto era il 1864.
Milleottocentosessantaquattro.
Più di 150 anni dopo, ce la faremo a capire che la fotografia non è la rappresentazione di una realtà oggettiva? Io spero di si.