Il formato raw è un formato immagine che forse non tutti conoscono, soprattutto coloro i quali si stanno avvicinando al magico mondo della fotografia e adottano una fotocamera professionale, anche se è più giusto dire che non è prerogativa assoluta di questo genere di macchine fotografiche.

Per fornirti una prima indicazione sull’argomento ti dico che il raw è un tipo di formato che ti consente di ottenere dei files immagine che potrai più facilmente elaborare con programmi di post produzione e rappresenta un’opzione in più rispetto al classico jpeg che sicuramente conoscerai meglio.

Indice

Cos’è un Raw?

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Il raw è un tipo di file che contiene un’immagine (del tipo immagine.raw, dove al posto di raw ciascuna casa produttrice di fotocamere mette una sigla propria: Canon è .cr2, Nikon è .nef, Sony è .arw, Pentax è .pef, olympus è .orf) che caratterizza tendenzialmente le fotografie scattate con una fotocamera reflex, mirrorless, bridge o compatte evolute. Le altre scattano invece in modalità jpeg (del tipo immagine.jpeg).

Quando decidi di utilizzare questo formato di immagine è come se indicassi al sensore della tua fotocamera di raccogliere più informazioni possibili a costo di occupare più spazio nella memoria. Il risultato è che potrai godere di una fotografia più dettagliata, contenente un numero maggiore di informazioni, più accurate e più vere, senza tagli.

Se non hai compreso totalmente il discorso un esempio ”musicale” potrebbe aiutarti: immagina che il raw sia paragonabile alla qualità di un ascolto derivante da un cd originale, mentre il jpeg è la stessa musica ma che suona però in mp3. Il raw dunque ”suona” in maniera più completa e ti consente di apprezzare maggiori dettagli e sfumature.

Il cuore per uno scatto raw è dunque il sensore: questo è capace di ”leggere” la luminosità, ovvero la quantità di luce che entra nella macchina colpendo la sua superficie, tralasciando il dettaglio relativo al colore, almeno dal punto di vista meramente tecnico. Dei piccoli filtri colorati (verde, rosso e blu) sono posti su ciascun pixel che riveste la superficie del sensore stesso, permettendogli di rilasciare l’informazione relativa alla cromia.

Senza addentrarsi troppo nel tecnico, basta sapere che sono circa 12 i bits che la macchina destina a ciascun colore per il suo immagazzinamento in formato raw contro gli 8 bits riservati per una fotografia jpeg: questo significa che più è alto il numero di bits, più informazioni si hanno relative alle fotografie scattate (è possibile arrivare anche a 16 bits).

Tanto per dare un’indicazione numerica, 8 bits corrispondono a 256 toni colore, mentre 12 bits a 4.096. Per questo si possono godere di sfumature maggiori con una fotografia raw.

Letteralmente il termine raw significa ”crudo” intendendo che la fotocamera fissa l’immagine con le informazioni iniziali, senza che alcun lavoro ”elettronico” di riduzione venga applicato al momento dello scatto.

All’atto pratico una fotocamera al momento dello scatto, grazie al software in essa contenuto, elabora le seguenti operazioni in sequenza:

  • rileva la luminosità registrata sul sensore
  • trasforma i dati rilevati in dati digitali
  • elabora le informazioni rispettando i parametri impostati
  • memorizza il risultato mediante la generazione di un file

Prima dell’ultimo passaggio, a seconda che l’impostazione richieda jpeg o raw, la fotocamera si pone nelle condizioni per salvare il file secondo quanto specificato. Nel caso fosse jpeg viene fatta qualche correzione in automatico prima del salvataggio (su cui non hai il controllo), che ha il compito di ottimizzare l’immagine. In caso invece di salvataggio in formato raw non verrà prodotta alcuna elaborazione e l’immagine verrà salvata così come ripresa.

Ora che hai appreso cos’è il formato raw, prima di passare a capire a cosa serve e che utilizzo potresti farne, è importante capire come visualizzarlo.

Anche se potrebbe apparire curioso il formato raw non è facilmente visualizzabile, anzi a dire il vero serve un programma apposito per poter vedere l’esito del tuo scatto e anche il display della fotocamera, mostrandoti l’anteprima, ti consente di vedere un’immagine che assomiglia a quella originale ma che in realtà non lo è.

Ciò che starai osservando è il risultato di un’elaborazione grafica. Per visualizzare l’immagine in formato raw devi servirti di un computer che abbia installato un programma specifico oppure dei pacchetti codec speciali che ti permettano di visionare la fotografia, oppure utilizzare i programmi di fotoritocco.

Io per visualizzare i file Raw utilizzo il software Adobe Lightroom.

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Perché è importante scattare in Formato Raw?

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Settare la tua fotocamera in raw e scattare le fotografie secondo tale formato ti consente di beneficiare di molti vantaggi. In buona sostanza il benefit principale è quello di poter intervenire in post produzione con maggiore libertà e con un’efficienza superiore, ottenendo una resa dell’immagine finale più completa e interessante.

Questo postulato rende il formato raw il preferito di tutti i fotografi professionisti (ma proprio tutti) in quanto solo così sarà possibile ottenere il massimo da ogni fotografia.

Con uno scatto raw ti metterai nelle condizioni di poter avere campo libero sugli interventi da svolgere in post elaborazione, agendo su moltissimi parametri, cosa che con un’immagine jpeg non potrai ottenere.

I vantaggi del formato raw

Come avrai già capito sono molti i vantaggi che una fotografia in raw ti lascia in dotazione:

  • Bilanciamento del bianco: durante lo scatto potrebbe anche essere totalmente sbagliato, ma potrai recuperarlo pienamente in fase post produttiva.
  • Rumore: sai bene che alzando gli iso hai più possibilità di generare rumore, soprattutto nelle foto notturne o eccessivamente buie. Grazie al formato raw ti sarà più facile toglierlo o comunque ridurlo sensibilmente limitando la perdita di dettaglio dell’immagine.
  • Esposizione: non solo il formato raw ti permette di correggere l’esposizione complessiva della tua fotografia, ma anche di agire sui singoli elementi presenti all’interno della scena, regolando quelli troppo esposti e ”schiarendo” quelli sottoesposti.
  • Regolazioni: le regolazioni relative a luminosità, contrasto, nitidezza, curve colore, sono più facilmente gestibili se lavorerai su una fotografia scattata in raw.
  • Qualità della conversione: quando elabori una fotografia il rischio di perdere qualità, seppure in minima parte, è reale nel momento in cui effettui una conversione. Se operi con un raw non avrai alcuna perdita.
  • Dettaglio: il dettaglio dell’immagine sarà superiore in tutto. Non solo nei colori, ma anche nei contorni. Questo perché catturando una gamma dinamica superiore, l’immagine sarà caratterizzata da una scala di valori tra luci e ombre più ampia regalando maggiori sfumature.
  • Colore: anziché il semplice sRGB potrai scegliere AdobeRGB, col risultato di avere una gamma cromatica maggiore e più completa.
  • Salvataggio: puoi spingere il salvataggio fino a 16 bits ottenendo ancora più possibilità di intervento post produttivo in caso di elaborazioni grafiche pesanti e corpose.

Gli svantaggi del formato raw

Il formato raw non ha solo vantaggi, anche se queste sono la maggior parte, ma comporta pure qualche punto a sfavore che è comunque bene conoscere e acquisirne consapevolezza.

  • Memoria: il file raw è sempre più pesante rispetto ad un altro formato e quindi occupa più spazio nella scheda di memoria o nel computer. Per la natura e per la definizione originaria del concetto, quanto affermato appare anche come logica conseguenza dell’includere una quantità di informazioni superiore. Per la cronaca, un file raw può registrare dimensioni doppie o triple rispetto ad un normale jpeg.
  • Tempi: i tempi di scrittura sul supporto di memoria sono superiori poiché sono molte di più le informazioni da trascrivere. I tempi lunghi sono una diretta conseguenza di un file più impegnativo e più grande. Questo comporta che in caso di scatto a raffica, questa sarà rallentata dal tempo che la fotocamera impiega a memorizzare e salvare il file raw. Se in una buona reflex il problema è comunque in qualche modo limitato, altre fotocamere potrebbero stare anche 12-15 secondi in ”standby” prima che siano pronte ad un nuovo scatto. Anche quando si apre sul computer un file in formato raw impiegherà un tempo maggiore. Il tempo è più lento anche quando si trasferiscono le immagini dalla scheda di memoria della macchina fotografica al computer.
  • Post produzione: vero che un file raw meglio si presta ad essere lavorato al computer, ma il rischio è quello di voler ottenere una perfezione maniacale, ”sprecando” tempo davanti a monitor e tastiera. Ricorda sempre che più lo scatto è di qualità fin dalla sua origine, meno tempo dovrai sacrificare in fase di elaborazione grafica.
  • Software specifici: come già scritto, aprire un file raw non è operazione immediata e richiede un programma specifico. Il mio consiglio è quello di utilizzare Adobe Lightroom per eseguire questa operazione.
    Oltre all’apertura del file, Lightroom ti consente anche di elaborare velocemente e facilmente i tuoi file scattati in Formato raw.

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A cosa NON serve il Formato Raw?

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Leggi bene questo paragrafo perché corrisponde a quello di un bugiardino farmaceutico in cui sono espressi gli effetti collaterali di un prodotto.

Il raw è solamente un modo per avere una fotografia contenente più informazioni e basta. Non pensare ad altro perché col raw non otterrai nulla più.

Il formato raw non è un metodo per ottenere in automatico foto magnifiche. Potrà favorire un miglioramento successivo se ci dedicherai del tempo, potrà farti cogliere qualche sfumatura in più, ma se una fotografia è mediocre in jpeg lo sarà anche in raw.

Una fotografia in raw si scatta allo stesso modo di una in formato jpeg e la sua nitidezza sarà data dai parametri di scatto, dall’ottica impiegata e dalla qualità delle lenti, ma su tali variabili il formato non potrà intervenire.

I valori iso, la messa a fuoco e il tipo di esposizione non potranno essere influenzati dal formato raw e non potranno esser cambiati in alcun modo: se una fotografia è stata scattata a 3.600 iso, non a fuoco e sottoesposta di 1 stop, così resterà.

Il raw non ti consentirà di recuperare nulla e troverai gli stessi difetti che vedrai in uno scatto jpeg. In post produzione potrai cercare di ottenere un miglioramento più o meno lieve, ma non potrai intervenire sui parametri.

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Elaborazione di immagini raw

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Come già avrai inteso il formato raw ti permette di elaborare le immagini con un programma di fotoritocco (tipo Photoshop, Adobe Camera Raw o Lightroom che sia).

Il software acquisisce l’immagine, calcola le componenti colore, forma graficamente il file (in questa fase risultano importanti i bits di cui si scriveva in precedenza), converte alcuni parametri e salva in formato raw. Questo è ciò che avviene all’interno della tua fotocamera nel momento in cui scatti una fotografia e un software deve fare la stessa cosa per permetterti di visualizzare sul monitor del computer la tua immagine.

Da questa fase puoi iniziare l’elaborazione, correggendo una quantità innumerevole di parametri ed errori, come l’aberrazione cromatica, la vignettatura, l’asfericità di alcune parti di immagini, zone d’ombra, rumore, varie interferenze ed effetti luminosi, oltre ad agire sui parametri più classici della fotografia.

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Quando scattare in Formato Raw e quando in Jpeg?

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La domanda che molti si pongono è se sia meglio scattare in raw, in jpeg o in tiff e come spesso capita la risposta ideale a tale quesito è la seguente: dipende!

Ti chiederai da cosa potrà mai dipendere e qui cerchiamo di fornire una risposta.

Parti da un presupposto importante che forse tutti ignorano: una fotocamera scatta sempre in raw anche se tu hai impostato il jpeg. In questo caso è la tua fotocamera che effettua in tempo reale una conversione tra i due formati senza che tu te ne accorga.

Questo significa che nel momento in cui tu caricherai la fotografia sul computer e andrai a modificarla stai facendo in realtà una seconda conversione. La scelta se scattare in raw o in altro formato dipende da cosa vorrai fare con la fotografia che avrai prodotto.

  • Quando scattare in formato raw: se vuoi postprodurre le immagini, se credi che potrà servirti per lavori futuri, allora scatta sicuramente in raw, così come quando ritieni di essere in condizioni difficili (ambiente troppo scuro o troppo chiaro). Se ti senti un personaggio altamente creativo allora il raw ti consentirà di esprimere tutta la tua creatività fotografica, ma ricordati che ti servirà una scheda di memoria veloce e capiente.
  • Quando scattare in formato jpeg: utilizza il jpeg quando devi realizzare fotografie che non hai intenzione di elaborare a computer. Io scatto in jpeg tutte le “foto ricordo” che scatto in famiglia.

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Conclusioni

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Se il formato raw sia un vantaggio o uno svantaggio lo dovrai decidere tu: potrebbe salvarti in tante situazioni e, alla pari, potrebbe farti sprecare del gran tempo.

Sicuramente un’immagine raw ti consente un intervento maggiore in post produzione e ti perdona qualche errore in fase di scatto, relativamente ai colori, alle ombre, al bilanciamento del bianco, in quanto è un file che detiene una quantità notevole di informazioni e più ne avrai a disposizione tanto più margine di elaborazione ti sarà permesso.

Se ti piace lavorare con i software di fotoritocco allora il raw diventa una scelta obbligata, ma se stai facendo il turista in giro per una città scegli la via più semplice e pratica.

Scattare in raw è un impegno perché ti richiede più tempo e devi avere a disposizione una scheda di memoria ampia e altamente performante soprattutto in fase di scrittura dati.

Forse vale la pena cercare di spendere del tempo a regolare la fotocamera in altro, come ad esempio i parametri di scatto, a cercare di capire come inquadrare un panorama o un soggetto, oppure dedicarsi a trovare un’angolazione particolarmente sorprendente per poter ottenere una foto di grande effetto e di buon impatto.

Se ti stai avvicinando al mondo della fotografia il consiglio è quello di lasciar perdere il raw per ora e scatta in jpeg cercando di fare più foto possibili per acquisire dimestichezza con l’ABC della materia, familiarizzare con la tua macchina fotografica, capire il significato del bilanciamento del bianco, della saturazione o delle varie tipologie di messa a fuoco possibile. Cogli le differenze tra una focale e l’altra, fai tuo il concetto della profondità di campo e studia le scene presenti sul firmware del tuo strumento fotografico e lascia il formato raw a chi davvero ne abbia utilità.

Se invece tutte queste cose già le sai e ti senti un esperto di fotografia o comunque ritieni di aver raggiunto un buon livello, ecco che il raw potrebbe in qualche modo aiutarti a fare quel passo in più, ma solo se disponi di un buon programma di fotoritocco, lo sai utilizzare, oppure vuoi imparare ad usarlo al meglio.

Chiudiamo con un aspetto particolarmente curioso e ancora poco chiaro: il formato raw è paragonabile al negativo di una vecchia pellicola fotografica e infatti molti lo definiscono come fosse il corrispondente di un negativo digitale.

Se però il negativo era qualcosa di fisicamente tangibile, il negativo digitale non è proprio così dato che è in realtà un insieme di dati. Ultimamente si sta sviluppando un dibattito sul valore legale e sul copyright delle fotografie digitali e una corrente di pensiero sostiene che il formato raw tuteli maggiormente. In effetti è fuori discussione che chi possiede la fotografia in formato raw possa essere il titolare e l’autore dell’immagine, colui il quale l’ha scattata e grazie alla quantità di dati in essa contenuta e dall’analisi dei dati EXIF dell’immagine, è possibile trarre delle valutazioni in merito ad eventuali successive elaborazioni.

Alcuni concorsi fotografici (dove tu sicuramente vorrai ambire a partecipare diventando sempre più bravo e creativo) impongono da regolamento il formato raw proprio per valutare eventuali operazioni di fotoritocco e per accertare che l’iscritto sia realmente l’autore. Altre agenzie invece gradiscono maggiormente il formato jpeg.

Come si può evincere la diatriba è controversa, ma per non sbagliare una fotografia ”ufficiale” o che comunque debba essere proposta al pubblico, oppure che abbia in qualche modo valore di ”documento”, è sempre meglio scattarla in raw. Anche tu stesso saresti più tutelato in tutti i sensi.

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