In fotografia l’utilizzo dei filtri fotografici permette, in determinate situazioni, di ottimizzare lo scatto agendo fin dalle prime fasi dell’inquadratura della scena, limitando il lavoro di post produzione e migliorandone eventualmente la qualità.

Il filtro è un accessorio ottico particolare, prodotto solitamente in vetro, che si fissa sull’obiettivo davanti alla lente e restituisce un’immagine modificata nei colori e nei toni al momento in cui premiamo il pulsante di scatto sulla fotocamera.

La sua caratteristica principale è quella di lasciar passare la luce in modo selettivo al fine di modificare la luminosità che percepisce il sensore.

Se vogliamo dare quindi un tocco di creatività in più alle nostre fotografie, sarà utile informarsi sul variegato mondo dei filtri, dai quali sarà possibile trarre conclusioni inizialmente impensabili, confermate ai risultati ben visibili.

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Indice

La classificazione dei filtri fotografici

In commercio diverse tipologie di filtri, ciascuno con peculiarità differenti, più o meno accentuate.
I filtri si distinguono per forma geometrica e per tipologia.

Forma Geometrica

  • Filtro circolare
  • Filtro a lastra

Tipologia

 

Filtri Fotografici Circolari

filtri fotografici

I Filtri Fotografici Circolari sono detti anche a vite e si avvitano direttamente sulla ghiera dell’obiettivo oppure mediante un adattatore in grado di modificare il diametro qualora non fosse lo stesso della lente principale.

La filettatura rende l’applicazione e lo smontaggio operazioni di facile gestione e di grande immediatezza.

 

Filtri Fotografici a Lastra

I filtri fotografici a lastra risultano essere maggiormente indicati per un uso più professionale e per la loro installazione è necessario un portafiltri che si aggancia ad un anello adattatore del diametro idoneo e avvitato alla lente frontale dell’obiettivo.

Il sistema è piuttosto pratico in quanto consente non solo l’utilizzo incondizionato di diversi obiettivi utilizzando un unico filtro (cambiando solo l’anello adattatore, se necessario in caso di diversi diametri delle lenti), ma permette anche la sovrapposizione delle lastre (di forma squadrata) creando effetti diversi.

L’applicazione è un po’ più complessa rispetto ai precedenti, ma vi è la possibilità di fare traslare la lastrina, procedimento particolarmente utile qualora si abbia a che fare con un filtro graduato.

 

Tutte le tipologie di Filtri Fotografici

Filtri diversi donano particolarità differenti, consentendo di valorizzare dettagli di immagine altrimenti di difficile percezione.

Filtro Polarizzatore

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Fotografia di Wikibooks

Il filtro polarizzatore ha come funzione principale quella di polarizzare la luce, eliminando eventuali fastidiosi riflessi dalle superfici (ad esempio i riflessi del sole sull’acqua o sulla neve) e dando un lieve incremento della saturazione dei colori, soprattutto del blu del cielo, e del contrasto.

Il prezzo da pagare è la diminuzione dell’esposizione fino ad un paio di stop e si rende dunque necessario compensare aumentando gli ISO, il tempo di scatto, oppure incrementando l’apertura del diaframma se possibile.

In questo articolo troverai tute le informazioni di cui hai bisogno per scegliere e utilizzare al meglio il Filtro Polarizzatore.

 

Filtro ND

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Il filtro ND a densità neutra si presenta di colore grigio e riduce in maniera uniforme la quantità di luce che entra nell’obiettivo e questo potrebbe tornare a nostro vantaggio. Infatti nel caso in cui si è alle prese con tempi lunghi di scatto, il pericolo è che entri in fotocamera una luminosità maggiore causando diffrazione.

Così, non potendo sempre disporre del controllo della sorgente luminosa, può rivelarsi preziosa l’applicazione di un filtro ND, più o meno scuro a seconda della luce che viene trattenuta dal dispositivo. Un filtro a densità neutra di scarsa qualità potrebbe generare una lieve dominante rossastra, facilmente rimovibile in post produzione, ma comunque fastidiosa. Rivolgendosi a prodotti di qualità tale difetto è meno visibile, se non addirittura impercettibile.

Esistono anche filtri fotografici ND graduati, ossia con una parte più scura e un’altra più chiara divise da una linea di demarcazione più o meno sfumata, al fine di donare equilibrio tra l’esposizione di due zone della scena che si caratterizzano per differenze importanti di luminosità. Utile nella fotografia paesaggistica quando ad esempio la luminosità del cielo contrasta con lo scuro delle montagne (esemplare il caso della ripresa di un tramonto).

Leggi questo articolo per maggiori informazioni sul Filtro ND e sul suo utilizzo.

 

Filtro UV (ultravioletti)

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il filtro UV filtra i raggi ultravioletti, proteggendo anche la lente dell’obiettivo da urti e oggetti. Non genera alcun effetto quindi, in quanto perfettamente trasparente, ma riduce quella lieve patina di foschia che talvolta compare nelle fotografie con eccessiva luce solare e viene ridotta la dominante blu.

Solitamente un filtro UV consente il montaggio di ulteriori filtri grazie alla ghiera filettata di cui può essere provvisto.

Il mio parere? Sta lontano da questo filtro 🙂

 

Filtro Skylight

Il filtro Skylight può essere considerato in parte un’alternativa al filtro UV (o anti UV). Non è trasparente, ma ha una lieve colorazione rosata che contrasta proprio il blu tipico dei raggi UVA. Tende ad essere in disuso visto il progresso della tecnologia sugli obiettivi e sui sensori.

Anche questo filtro a mio parere serve a ben poco.

 

Filtro Close-Up

Il filtro Close-up fa le veci in parte di un obiettivo macro. La sua superficie, infatti, riduce la distanza di messa a fuoco e consente di conseguenza maggiori ingrandimenti e ve ne sono di diversi tipi a seconda di ciò che si desidera ottenere. La qualità è fondamentale perché quelli di bassa gamma restituiranno uno scatto con una certa aberrazione cromatica nei pressi dei contorni degli oggetti ripresi, difficile da rimuovere successivamente.

 

Filtro Infrarosso

Il filtro infrarosso viene utilizzato quando è richiesta la percezione dell’infrarosso. Tale filtro blocca le onde di luce visibili e lascia spazio solo a quelle infrarosse. Il filtro in questione risulta completamente nero e per questo motivo sono richiesti tempi lunghi di scatto e diaframma chiuso con messa a fuoco su infinito. Si otterranno immagini rosse che richiederanno una correzione del bilanciamento del bianco, ottenendo effetti molto particolari. I risultati che otterremo saranno delle immagini completamente rosse alle quali dovrà essere corretto il bilanciamento del bianco.

 

Filtri colorati? No, Classic K14!

Sul mercato ci sono tantissime altre tipologie di filtri, che però non ritengo ne utili ne rilevanti. Per questo motivo ho deciso di non parlarne.

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Quando utilizzare i filtri

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I Filtri Fotografici non vanno utilizzati a sproposito, ma si rendono utili quando le situazioni lo richiedono oppure quando vogliamo dare sfogo alla nostra creatività.

Prima di utilizzare Filtri Fotografici per le tue fotografie ti consiglio di studiare e/o approfondire la Composizione Fotografica: questo è il modo più veloce ed efficiente per migliorare fin da subito la propria fotografia.

L’applicazione dei filtri fotografici trova ampio impiego nella fotografia paesaggistica, al mare oppure in montagna, o quando ci si ritrova a dover scattare in condizioni di luce particolarmente difficile, come ad esempio in spiaggia o sulla neve.

L’impiego dei filtri non è soltanto per la fotografia di paesaggi, ma possono essere utilizzati anche in altri contesti, come ad esempio in un ritratto oppure quando si fotografano corsi d’acqua o il cielo.

Un tipico uso di questi filtri (specialmente quelli ND o eventualmente polarizzatori) riguarda la ripresa di cascate, torrenti, laghi. In tali fotografie l’applicazione dei filtri fotografici rende una lettura dell’immagine migliore con anche la possibilità di generare quell’effetto seta che consiste in una valorizzazione della morbida scia bianca e patinata che l’acqua, muovendosi, crea.

La stessa cosa è possibile con mari e laghi andando ad “appiattire” l’increspamento delle onde. Inoltre scattare fotografie al cielo e alle sue nuvole con un filtro, aumentando il tempo di esposizione, genera la visione di piacevoli scie bianche che identificano il movimento delle nubi, facendo intendere la presenza di una piacevole brezza.

L’utilizzo di filtri permette di scattare con un’apertura più ampia e ottenere la massimizzazione dell’effetto sfocato anche in condizioni di luce poco favorevoli. Inoltre consente l’utilizzo di tempi lunghi anche in giornate particolarmente luminose e soleggiate, ottenendo effetti migliorativi.

Ad esempio è sufficiente ruotare il filtro polarizzatore per avere un cielo blu che guadagna in profondità, mentre con un filtro ND a guadagnarne è il contrasto.

Se come me anche tu ami la fotografia Paesaggistica leggi anche il mio articolo su Come Fotografare le Stelle, sono sicuro che ti piacerà 🙂

 

I Filtri più Utilizzati

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I Filtri Fotografici maggiormente utilizzati sono quelli che permettono una maggior versatilità, tra cui il filtro ND e il filtro polarizzatore.

Tra questi vi sono anche due filtri che sono molto particolari, ma che dovrebbero corredare la dotazione di un bravo fotografo: il cosiddetto ND64 e il filtro ND1000 (quest’ultimo chiamato anche ND 1024).

Il primo riduce la quantità di luce di 6 stop mentre il secondo di 10 stop, creando l’effetto movimento all’interno dell’immagine e rendendola quasi irreale. Così è possibile utilizzare tempi lunghi di esposizione, sfocando le persone in una ripresa metropolitana, oppure “cancellando” le auto di passaggio in strada (o creando delle scie luminose con i loro fari), anche se trovano maggior impiego negli scatti paesaggistici per conferire alle nuvole o all’acqua l’effetto mosso, dando la sensazione del trascorrere del tempo e del movimento.

Il filtro da 6 stop è impiegato maggiormente all’alba o al tramonto, quando l’impiego da 10 stop risulterebbe eccessivamente scuro allungando oltremodo i tempi di scatto. Il dettaglio del cielo non si perde e le nuvole appaiono soffici ed eteree.

 

Come variano i parametri di scatto con l’applicazione di filtri

diaframma, tempo di scatto, iso

Spiegare nel dettaglio la variazione dei parametri di scatto in seguito all’applicazione di filtri fotografici sarebbe impossibile e senza troppo senso, in quanto molto dipende dalla scena da riprendere, dalle condizioni ambientali e dalla luce. La stessa ripresa effettuata in orari diversi della giornata, darà parametri totalmente diversi tra loro e così sarà anche con i filtri.

Calcolare l’esposizione corretta, una volta che si è applicato un filtro, è però abbastanza semplice, ma per farlo dobbiamo richiamare qualche nostra conoscenza matematica, ma tranquilli, è sufficiente aver svolto le scuole elementari per risolvere il problema.

Se non sai come esporre correttamente una fotografia ti consiglio di leggere subito il mio articolo sul Triangolo dell’Esposizione (ti spiegherò passo passo come scattare in manuale con la tua macchina fotografica)

Ecco come fare:

  1. Dopo aver misurato con l’esposimetro della fotocamera, si sceglie il valore di diaframma per lo scatto.
  2. Si sceglie il filtro e si monta sulla lente: se optiamo per un 10 stop dovremmo aggiungere tale valore ai parametri di esposizione. Ad esempio un’esposizione di 1/30 con focale 11, richiederà un aumento di 10 stop che porterà a 32 secondi di esposizione.

 

Per comprendere ancora meglio è possibile regolarsi su un filtro ND, partendo dal presupposto di fotografare un soggetto a 100 ISO, con valore di esposizione pari a 10 EV e con parametri di scatto a 1/4 con f/16.

  • Applicando alla lente un filtro ND2 equivalente a 1 stop, lasciando invariati i valori di esposizione e apertura diaframma, si scatterebbe con un tempo pari a mezzo secondo, mentre non modificando esposizione e tempo di scatto, l’apertura passerebbe a f/11.
  • Applicando alla lente un filtro ND4 equivalente a 2 stop, lasciando invariati i valori di esposizione e apertura diaframma, si scatterebbe con un tempo pari a 1 secondo, mentre non modificando esposizione e tempo di scatto, l’apertura passerebbe a f/8.
  • Applicando alla lente un filtro ND8 equivalente a 4 stop, lasciando invariati i valori di esposizione e apertura diaframma, si scatterebbe con un tempo pari a 2 secondo, mentre non modificando esposizione e tempo di scatto, l’apertura passerebbe a f/5,6.
  • Applicando alla lente un filtro ND1000 equivalente a 10 stop, lasciando invariati i valori di esposizione e apertura diaframma, si scatterebbe con un tempo pari a 4 minuti circa, mentre non modificando esposizione e tempo di scatto, l’apertura passerebbe a valori improbabili.

Per facilitare il tutto esistono comunque delle tabelle a cui affidarsi per dedurre le indicazioni di massima su come impostare i parametri di scatto, anche perché un elemento determinante è la grandezza del sensore e di conseguenza il tipo di fotocamera.

Semplificando forse un po’ troppo è possibile affermare che applicare un filtro da 15 stop ad una fotocamera che si appresta ad uno scatto in pieno giorno con il sole a picco, è come fotografare la stessa scena a sera inoltrata.

E’ dunque facilmente intuibile che i parametri di scatto devono per forza di cose essere differenti rispetto alla condizione originale. Siccome cambiano i parametri sarà opportuno munirsi di treppiede per dare stabilità allo scatto e gestire i tempi lunghi di esposizione.

 

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La Qualità del Filtro Fotografico

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Per aiutarci a capire l’importanza del filtro e della sua qualità, dobbiamo pensare che questo accessorio, una volta avvitato sul nostro obiettivo, diventa parte integrante del sistema e come tale deve essere gestito.

La luce infatti, prima di raggiungere il sensore, transiterà attraverso il filtro e se questo non è di qualità il rischio è che arrivi al sensore una luminosità distorta, non corrispondente alla realtà, causando di conseguenza fotografie non belle, in quanto sarà il filtro stesso a dettare la qualità dello scatto.

Filtri in resina plastica non avranno mai la trasparenza del vetro, il quale rappresenta ancora il miglior materiale per la realizzazione di un filtro fotografico.

Anche se realizzati in cristallo i filtri possono dare risultati qualitativi differenti, vista la varietà di tipologie di vetro esistente, ma scegliendo un filtro in vetro ottico sottoposto superficialmente a trattamenti antipolvere e antimacchia, si avrà la certezza di ottenere uno scatto senza che la superficie vetrosa aggiuntiva possa inficiare il lavoro del sensore.

Un filtro di qualità lo si riconosce anche semplicemente osservando una fotografia realizzata con questo accessorio installato: essa non presenterà alonature, aberrazioni cromatiche e vignettature, ma offrirà uniformità di colori, di contrasti e di immagine.

In base alla qualità varia anche il prezzo: esistono filtri molto economici e altri che invece hanno un costo di diverse decine di euro. Solitamente a prezzi più alti corrispondono prodotti di qualità più elevata o comunque con caratteristiche differenti e più performanti.

 

Manutenzione e Pulizia dei Filtri Fotografici

pulizia-filtri

Anche la manutenzione dei filtri fotografici risulta importante ai fini di una buona fotografia.

La sporcizia e la polvere che si depositano sulla lente montata sull’obiettivo condiziona irreparabilmente l’immagine variando il contrasto, mentre le impronte o l’umidità (o peggio eventuali tracce di unto), modificano la messa a fuoco della fotocamera. Per ottenere quindi la miglior nitidezza è importante che il filtro sia perfettamente pulito.

Utilizzare la pompetta ad aria e il classico pennellino destinato agli obiettivi è buona norma, ma per le proprietà che caratterizzano il cristallo dei filtri è spesso necessario andare oltre, proprio per togliere umidità, salsedine (nel caso di scatti al mare), schizzi di acqua e impronte, a maggior ragione se il filtro ha un rivestimento multi strato.

Ecco una piccola guida per poter svolgere una pulizia accurata e precisa:

  1. Pulire con aria e pennellino in modo da togliere eventuali micro granelli di polvere dalla superficie
  2. Affidare la pulizia a panni in microfibra come quelli adibiti alla pulizia degli occhiali, possibilmente puliti, in abbinamento a liquidi specifici
  3. Passare il panno inumidito con movimenti circolari dal centro verso i bordi della superficie
  4. Passare la parte asciutta della pezzuola per asciugare eventuali residui

Per quanto concerne la manutenzione, è buona norma prestare la massima cura ai filtri e trattarli allo stesso modo con cui trattiamo gli obiettivi o i nostri occhiali. Vi sono in vendita delle custodie che consentono di posizionare i filtri, collocandoli in ordine di caratteristiche (dal più chiaro al più scuro ad esempio), in modo che siano tutti insieme riposti nello zaino o nella borsa fotografica e ci consentano una scelta immediata quando necessario.

 

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Filtri Fotografici e post-produzione: le Differenze principali

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Quando non si ha il modo di utilizzare fisicamente dei filtri fotografici, esiste la possibilità di intervenire in post-produzione con Lightroom e Photoshop sulla fotografia, o direttamente con delle impostazioni della fotocamera (come nel caso di molte bridge o mirrorless) . Le diverse opzioni vanno a ricreare artificialmente l’effetto del filtro.

Ma se è così allora perché spendere soldi per acquistare i filtri?

La risposta è semplice: più lo scatto si avvicina all’effetto che desideriamo ottenere, meno si dovrà intervenire con la post produzione. Inoltre la qualità dell’immagine sarà decisamente migliore e si riesce meglio ad esprimere la propria creatività.

Quindi solo vantaggi? Quasi. La fotografia con i filtri in ottica dell’elaborazione fotografica porta sicuramente solo vantaggi sia che si scatti in formato RAW o JPEG.

Il digitale e le tecniche HDR possono intervenire elettronicamente e agevolare la generazione di effetti speciali, raggiungendo anche una qualità notevole, ma gli amanti della fotografia, soprattutto paesaggistica, preferiscono di gran lunga acquisire l’immagine al momento, tutta in uno scatto, aiutandosi proprio con i filtri, soprattutto quelli graduati per dare, già all’istante, un contrasto particolare o una saturazione più accentuata, aggiungendo anche una dominante di colore alla scena.

L’impiccio più grande, se così si può chiamare, è la gestione dei filtri e la familiarizzazione con in nuovi parametri di scatto. Per questo è necessario un periodo di prova affinché il fotografo, anche principiante, possa prendere possesso della tecnica affidandosi anche al proprio intuito e alla propria creatività.

I filtri fotografici rappresentano uno svantaggio qualora si acquisti un prodotto di bassa qualità: oltre a sprecare denaro per l’acquisto, si otterranno fotografie di dubbio gusto. Diversamente, rivolgendosi ad un target medio alto di prodotto è possibile ottenere una qualità superiore, anche eccelsa, valorizzando le caratteristiche della fotografia.

 

Vantaggi

  • Praticità di uso
  • Versatilità
  • Controllo della luce
  • Scatti con tempi lunghi anche in presenza di forte luminosità
  • Effetti scenici alle fotografie
  • Ottimizzazione dei colori e dei contrasti
  • Possibilità di sovrapporre i filtri
  • Protezione della lente principale dell’obiettivo
  • Adattabilità a diverse situazioni e scene
  • Riduzione del lavoro di post produzione
  • Migliore qualità della fotografia per l’elaborazione digitale

 

Svantaggi

  • Peso aggiuntivo alla dotazione fotografica
  • Se di bassa qualità il filtro provoca distorsioni alla fotografia
  • Necessità di un tempo di pratica
  • Variazione dei parametri di scatto rispetto alle condizioni normali
  • Utilizzo del treppiede per tempi lunghi di esposizione
  • In caso di graffio o di rottura della superficie il filtro non è più utilizzabile correttamente
  • Costo aggiuntivo

 

Conclusioni

david adriani

Realmente i filtri fotografici possono valorizzare una fotografia, anche la più semplice, trasformando uno scatto normale in uno scatto speciale e particolare.

A maggior ragione se di è dotati di buona tecnica e di un buon mezzo fotografico, è possibile rendere eccellente un immagine già buona in partenza. Quindi se vuoi destare invidia ai tuoi amici pensaci seriamente ad acquistare almeno un kit composto da tre filtri base (ND e Polarizzatore).

L’elemento fondamentale della fotografia è la luce ed è proprio su tale parametro che il filtro agisce, dando al fotografo una possibilità in più di controllo su di essa.

L’approccio della fotografia digitale con i filtri deve però essere differente rispetto a quello classico, in quanto come minimo è richiesto un tempo più lungo dovuto al montaggio del filtro sulla lente, ma variano anche i tempi di scatto. L’utilizzo dei filtri richiede una certa propensione e soprattutto prevede un ragionamento sulla situazione attuale dell’ambiente in relazione a ciò che si vuole ottenere in termini di immagini.

Il bello di questa metodologia è che consente una sperimentazione notevole e continua, senza compromessi, dando sempre la possibilità di ricominciare da capo.

Non è opportuno dunque uno scatto effettuato di fretta, ma, al contrario, pensare alle varie possibilità che sono offerte dai filtri cercando di ottimizzare la scena che si mostra davanti ai nostri occhi, rappresenta un postulato fondamentale per riuscire ad ottenere risultati soddisfacenti.

Inizialmente l’apprendimento della tecnica potrà apparire complesso e articolato, ma saranno sufficienti alcuni tentativi per poter fare un po’ di pratica e vedere con i propri occhi già risultati di tutto rispetto dopo non molto tempo.

Inoltre è anche possibile l’unione di più filtri a vantaggio di una luminosità più accentuata anche in condizioni limite (come ad esempio all’alba), oppure di una riduzione della stessa qualora ve ne sia in eccesso.

Tecnicamente è meglio intervenire sull’elaborazione di una foto con i filtri piuttosto che con il computer e proprio per questo è utile che ciascun fotografo dotato di reflex, mirrorless o bridge, possa pensare all’acquisto di un kit base per la propria fotocamera e potersi esprimere liberamente in maniera creativa.

 

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Ci vediamo nei video. Un grande abbraccio. Rock ’n’ Roll,
David Adriani

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